Manifesto di una penna fuori dal tempo e fuori di testa
Manifesto di una penna fuori dal tempo e fuori di testa
Perché scrivi? A questa domanda rispondo sempre: lo faccio per me. Penso di avere avuto sempre una vivida immaginazione, preferendo il mondo dentro la mia testa a quello fuori. Ho sempre sentito una forte connessione con le arti espressive, dalla musica al disegno e ovviamente alla letteratura, trovandovi rifugio quando mi sono sentito più vulnerabile e usandole come valvola di sfogo per capire me stesso. Ho sempre scritto. Tanto. La mia vita riassunta in una giornata tipo sarebbe: colazione con una tazzina di D&D e una fetta di Action Movies anni '80; mattina intensa di letteratura gotica e cavalleresca; pranzo veloce condito di sana musica Metal; pomeriggio ricco di True Crime; aperitivo nei peggiori bar del dark web; cena a base di folklore e miti del mondo; chiudendo con una meditazione cullato dalle parole di Max Stirner per sognare in grande. La mensola di libri che come una musa mi guida nella scrittura custodisce avidamente Rober Howard, Michael Moorcok, H.P Lovecraft, Shane Stevens, Cormac McCarty, Clive Barker, Daniel Keys e George Orwell. Con l'umile rispetto verso questi mostri sacri della letteratura, non posso ignorare l'influenza che continuano ad avere sulle mie storie, dove cerco di portare alla luce l'ipocrisia della morale, il conflitto tra bene e male, le diseguaglianze e il declino della società, la corruzione del potere tanto nella tecnologia quanto nella stregoneria. Sono sempre stato dalla parte dell'antieroe, del ribelle, del barbaro, del sasso che blocca l'ingranaggio, della candela ormai consumata che può ancora far divampare l'incendio. Amo dipingere personaggi che combattono il potere oppressivo, corrotto e costituito, siano essi malvagi re stregoni o CEO con i loro imperi mediatici. Figure che portano caos in mondi e società diventate troppo rigide o ordinate, perché l'uomo tende a prosperare a metà tra l'ordine e il caos. In tempi in cui le cose diventano troppo finte e depressive, le storie di ribelli, punk e pirati che disprezzano quest'ordine sociale, calpestando le corone del mondo sotto i loro piedi scalzi o stilosi stivali al neon, diventano gli eroi di canzoni proibite da intonare in un bar clandestino.